Daniel Hackett commenta la scelta del suo ex coach Luca Banchi, col quale ha vinto anche due scudetti, di approdare sulla panchina della Vuelle come successore del dimissionario Aza Petrovic.
Intervistato da Elisabetta ferri per Il Resto del Carlino/Pesaro, queste sono le sue considerazioni.
“La panchina della Vuelle non è una panchina come le altre, credetemi che per la nostra storia e per la piazza siamo ancora benvisti in giro – sottolinea Daniel -, nonostante i tempi d’oro siano lontani. In più c’è il peso del nostro sponsor, un nome prestigioso e magari il loro impegno potrebbe crescere. Poi ci sono dei giocatori da sviluppare come Moretti, Camara, Drell, ma anche Tambone e Zanotti con ancora dei margini di miglioramento, e questo a lui piace molto. Mettendo insieme queste cose, forse Banchi ha visto qualcosa di stimolante in tutto questo”.
“Quello che so per certo è che Luca ha rifiutato qualche panchina in precedenza – rivela Hackett, che sta prolungando il contratto al Cska per un altro biennio -, per cui se ha accettato di venire a Pesaro è perché ha visto qualcosa di buono in prospettiva, un progetto che magari adesso dall’esterno non si percepisce, ma che si potrà sviluppare in chiave futura”.
“Luca è una persona sanguigna, vera, che ti dice le cose in faccia, che non le manda a dire. Un uomo di mare, che si troverà bene in una città come Pesaro: penso che sarà un buon matrimonio e spero che lo possa essere per lungo tempo. Vorrebbe dire che Ario Costa e Stefano Cioppi hanno avuto la percezione giusta nel puntare su di lui e che Banchi ha fatto la scelta giusta nel scegliere la Vuelle”.