In 11 anni il pubblico triestino ha imparato a conoscerlo. Eugenio Dalmasson – intervistato oggi da Roberto Degrassi su “Il Piccolo” – raramente lascia dare libero sfogo alle sue emozioni. Mai sopra le righe. Domani al Taliercio, tuttavia, non assisterà a una partita di basket qualsiasi. Il duello Umana-Allianz significa mettere di fronte le società di 15 anni della sua carriera. Anche se ora il mestrino ha lasciato la panchina ed è dirigente della Reyer e dovrà fare un tour de force nel weekend per seguire la squadra femminile e rientrare in tempo per essere al Taliercio.In questi mesi ha ricevuto offerte per tornare ad allenare? “Sono arrivate richieste al mio procuratore ma gli avevo già anticipato che volevo vivere un’esperienza diversa”. Reyer Venezia, un ambiente che le è familiare: una società che conosce, a pochi chilometri da casa. Quanto ha influito questo nella scelta? “Non è stato determinante anche se sarebbe ipocrita negare che qui trovo condizioni favorevoli. Ma mi interessava soprattutto un’esperienza in una società attrezzata ad alto livello, su più fronti. Da questo punto di vista Venezia è all’avanguardia in Italia”. Domani vivrà il confronto tra le due società cui è più legato. Con quale spirito “Credo che se mi fossi trovato in panchina l’impatto sarebbe stato molto forte emotivamente. Vissuta da bordo campo, invece, seguirò la partita con serenità e con il piacere di rivedere tante persone alle quali sono affezionato. Sarà comunque una grande emozione”. La classifica vede l’Allianz davanti all’Umana. “Trieste è partita molto bene, i 10 punti lo confermano. Venezia ha avuto qualche problema, sta trovando continuità solo adesso ma le formazioni di De Raffaele vengono fuori alla distanza. Questo, del resto, è un campionato diverso dalle altre stagioni”. In che senso? “Di solito, dopo 7/8 giornate si delineavano i valori, si cominciava a intuire quali sarebbero state le squadre in corsa per i play-off e chi avrebbe dovuto lottare sul fondo. A parte Milano, invece, stavolta il livellamento è notevole, la stessa Virtus Bologna ha accusato qualche battuta a vuoto, le due neopromosse sono molto competitive, apparentemente Pesaro pare avere qualche difficoltà in più rispetto alle altre ma deve ancora far vedere l’impronta di Banchi”. Umana-Allianz sarà anche un confronto tra singoli. E le loro storie. Ritrova tra gli altri Daniele Cavaliero. Una delle sue ultime fotografie triestine al Dome la ritrae proprio insieme all’attuale capitano”. La sua passione è anche il suo elisir d’eterna giovinezza. Continua a giocare con lo spirito di un ragazzino, fa da chioccia ai più giovani, con la sua esperienza è un aiuto per l’allenatore, dà sempre il suo apporto quando viene chiamato in causa”. Divide il ruolo di guardia con un certo Adrian Banks… “In questa fase della stagione nell’Allianz sono arrivate buone prestazioni da parte di tutti ma il suo innesto ha dato una fisionomia diversa rispetto alle annate precedenti. Si è scelto di puntare su un elemento di grande qualità, una prima punta, anche se il roster e le rotazioni rimangono ampi. La profondità della panchina anche in tutti i miei anni è stata un punto di forza. Quest’anno li ho visti giocare in 10, anzi 11, visto l’apporto di Deangeli”. A Venezia ha riabbracciato Stefano Tonut, lasciato dopo la sconfitta contro Brescia nei play-off A2 nel maggio di sei anni fa. “Ora è un giocatore affermato. Nonostante un’estate difficile per l’impegno olimpico e per essersi ritrovato uomo-mercato, ha approcciato la nuova stagione benissimo. In fondo ha steccato solo contro le Virtus Bologna in Eurocup e conoscendolo avrà voglia di rifarsi”. Quale sfida tra Trieste e Venezia ricorda con più piacere? “Due, il primo anno del ritorno in A. Prima il successo al Taliercio che seguiva quello a Reggio Emilia e poi al ritorno all’Allianz Dome segnando 60 punti nel primo tempo ed esprimendo un basket che ricordo con orgoglio”.