Oscar Eleni, detto ‘Orso’ Eleni e anche Oscar ‘Veleni,’ è un mito fra i giornalisti di basket. Le storie della sua leggenda abbondano. A partire dal giorno in Gazzetta quando ha lanciato una macchina da scrivere verso il collega Enrico Campana. Bravo nel misurare, non ha colpito Campana ma ha fatto grande rumore! O come quando nel 1972 dopo essersi dato malato, anziché andare ad un meeting di atletica per la ‘rosea’, è andato a Roma per vedere lo spareggio Ignis-Simmenthal, vinto dal ‘suo’ Simmenthal. Tutto camuffato, nel momento della vittoria salta in aria, cade la sciarpa e il suo direttore, Gualtiero Zanetti, guardando la TV, lo individua!
Poi, il suo stile. Ammetto che non capisco tutto ciò che scrive! Ma non sono l’unico! Io dico spesso, “Ci vuole il traduttore Eleni-Italiano, Italiano-Eleni. Il collega-amico Claudio Pea, lo chiama ‘Gesu Cripto’ perché ci vorrebbe uno della crittografia e un decoder per capire tutto. Ma nessuno salta la sua lista di Top Ten! Forse ho preso più zero di chiunque altro. Recentemente, mi ha dato 10, il top. Ho chiamato amici in comune: “Ragazzi, ma Eleni sta bene? Mi ha dato 10!” Ovvio, a sentire tutto ciò, Oscar mi ha subito dato uno 0. Per la verità, stavo meglio! Ero ‘disorientato’ dall’elogio precedente.
Poi, devo tanto a lui. Prima di tutto, è stato lui ad inventare il nome ‘Banda Bassotti’ per la mia primissima squadra a Milano, nel 1978-79. Il motivo? Eravamo (di gran lunga) la squadra più piccola (centimetri) e più giovane (media età) della Serie A-1. Ma, con nostro pressing, davamo a lui l’impressione di un branco di piccoli bassotti, a dare morsicate alle caviglie degli altri. Il più grande regalo che potevo ricevere! Ogni coach cerca di dare un’identità alla sua squadra. Ecco servito! Prima di ogni partita, dicevo ai miei, “Sapete chi siete voi? Siete la Banda Bassotti! Dovete correre di più, saltare di più, lottare di più degli altri.” Fantastico.
Poi, ha dato a me il soprannome ‘Nano Ghiacciato’. Facile arrivare a questo. Non sono alto due metri e ero molto ‘freddo’ a bordo campo durante le partite. Ovvio, l’ha preso dalla bibita che la gente poteva prendere al bar ai tempi. Paragono Oscar Eleni al grande Peter Vecsey, ex-New York Post. Come diceva, anni fa, Joe Axelson, GM dei Sacramento Kings, “Ti fa arrabbiare ma lo devi leggere!”. Il più grande complimento possibile. Poi, nel suo Top Ten, ce l’ha per tutti: CONI, FIBA, ULEB, FIP, LEGA. Non parliamo di squadre, giocatori, allenatori e dirigenti. Pure colleghi. Nessun è salvo.
Non ci sono più personaggi come Oscar Eleni! Poi, avendo giocato alla mitica Canottieri di Milano, è stato anche allenatore, pure con la tessera! Sgomitava con i Giganti veri del basket perché era il ‘ghost writer’ per Cesare Rubini, con il libro “Sono Rubini”. Ha fatto il giornalista per diverse testate: Gazzetta, Il Giornale, altri. Ha lavorato per veri titani come Gualtiero Zanetti, Indro Montanelli, altri. E’ stato sempre con noi, tifoso della squadra ma obbiettivo (anzi!) se non giocavamo bene! Apre ogni pezzo con tipo, “Oscar Eleni dalle Montagne Rocciose di Colorado”. Lo ringrazio, ancora, per la Banda Bassotti. Pure per il Nano Ghiacciato!
Foto copertina: © Copyright – Foto Archivio Storico Superbasket
