Franco Arturi è stato in Gazzetta dello Sport per tutti i miei nove anni con l’Olimpia Milano, 1978-87. Anche per diversi anni prima e molti anni dopo. No, non è stato lui a scrivere spesso di noi in prima persona. Lui, però, è stato ‘la voce della saggezza’ in redazione, correggendo non solo i pezzi dei colleghi ma anche i miei! Ogni volta è stata una lezione per me. Motivo? Semplice, Franco Arturi sa tutto! Cerco di prendere lui in giro per questo fatto: “Arturi! Se danno il Premio Nobel per il Tuttologo, quest’anno lo vince di sicuro”. Logico, lui non si scompone neanche un po’. Sia chiaro, è un nostro sketch che dura da quasi 50 anni!
Saggezza? Nel 1987 mi sono ritirato dall’Olimpia, chiusa la carriera di allenatore. Prima dell’annuncio, in grande amicizia, mi ha chiamato, consigliandomi di non farlo, di continuare di fare il coach. Avevo ormai deciso. Dico sempre che è stato il più grande errore della mia vita. Certo, avevo i miei motivi, esaurimento in testa. Invece, dovevo solo fare due mesi di vacanza per ricaricare le pile. Come detto, grave errore. Ho avuto un grande rammarico per anni. Ogni volta che pensavo, mi sono detto, “Dovevo ascoltare Franco più attentamente”. Perché lui mi ha fatto un elenco di motivi per restare che era puro genio, fatto con grande pensiero e grande cuore.
Con questo, sono sempre riconoscente a lui per il tempo e il pensiero che mi ha dedicato nel momento più importante della mia vita di professionista. Logico: Non lo dico mai! Anzi, lo ‘rimprovero’ per ogni piccola cosa. Il problema: davvero sa tutto di tutto! Nel 2000 ho fatto le telecronache della gara ippica TRIS per la SNAI, cinque volte alla settimana. Mi telefona Arturi: “Dan, devi imparare chi sono i fantini dai colori delle giubbe”. Non ci ho visto più: “Arturi, ma che ne sai tu dell’ippica?”. Risulta che, all’inizio della carriera, faceva lo speaker a San Siro delle corse, sia purosangue che trotto. Maledizione! Pure l’ippica!
Franco è arrivato ad essere vicedirettore della Gazzetta. Anche dopo essere andato in pensione, aveva un ufficio in RCS e scriveva più pezzi in un anno che qualsiasi altro loro giornalista. Soprattutto, lui era quello che prendeva le posizioni durissime. Se vedevo la sua firma sulla prima pagina della Gazzetta, mi dicevo: “Oh, oh. Qui Arturi stacca la testa a qualcuno”. Infatti. E non importa chi. Inter. Milan. Olimpia. FIFA. Poi, non è un … opinionista. Di più. Ti stende con fatti, informazione, documentazione, storia, testimonianza, legalità. A leggere i suoi pezzi da prima pagina, mi dicevo, “Ma Franco ha studiato giurisprudenza?”.
Nostro rapporto di amicizia va avanti sempre. Lui e sua figlia, Giulia, nata dal matrimonio con la leggendaria giocatrice di basket Rosy Bozzolo, hanno curato la mia monografia per GIGANTI del Basket un paio di anni fa. Poi, com’è giusto, è sempre mio ‘editore’. Se scrivo una cosa inesatta, mi arriva una sua telefonata o una sua e-mail, con le giuste correzioni. Non importa quale argomento: storia, basket, calcio, sport in genere, cucina, politica … ippica! Sono momenti di grande divertimento. Ma, sopra ogni cosa, non dimenticherò mai la sua gentilezza nel cercare di convincermi a rimanere all’Olimpia. Riconoscente e grato.