Giacomo Crosa ha avuto due grandissime carriere. La prima come leggenda dell’Atletica Leggera Italiana, Olimpionico: 6° posto nel salto in alto nell’Olimpiade del 1968, a Mexico City, dove Dick Fosbury ha vinto l’oro mentre rivoluzionò il salto in alto con il suo stile ‘flop’. Poi, Giacomo ha stabilito il record italiano con il suo stile ‘ventrale’, con un salto di 2,14 metri. Il tutto è diventato un nostro sketch. Ogni volta che lo presento, dico, “Amici Sportivi, Giacomo Crosa, che ha stabilito il record italiano per il salto in alto con 2,10”. Giacomo, ‘offeso’, mi corregge, “Dan, 2,14. 2,14”. Insomma, Teocoli e Boldi, perché dico, “Ah, sì. Vero. Mi ero dimenticato”.
Dopo la carriera sportiva, è diventato anche un grande telecronista: Basket Serie A, Coppa dei Campioni di Basket, Olimpiadi. Anzi, per l’Olimpiade del 1988 eravamo entrambi a Seul per Koper-TV. Io avevo vita facile, facendo le partite di basket con Sergio Tavcar. Lui, invece, insieme a Rino Tommasi e anche Sergio Tavcar, doveva fare le cerimonie di apertura e chiusura. Ancora più serio, doveva essere presente quando Ben Johnson è stato trovato positivo per doping, quindi squalificato dopo avere battuto Carl Lewis nei 100 metri. Giacomo, una persona allegra, è rimasto malissimo per il fatto perché, per lui, il doping è come avvelenarsi.
Le nostre strade si sono incrociate spesso. Addirittura, abbiamo vinto un TeleGatto nel 1984 per il programma ‘Record’ su Canale 5. Avevamo una grande squadra di esperti: Rino Tommasi (Boxe e Tennis), Mario Camicia (Golf), Giacomo per sport olimpici, Roberto Bettega per il calcio. Giacomo era il conduttore. Sembra una cosa facile, forse. Invece, gestire diversi ospiti importanti è tutto meno che facile. Il giorno più incredibile: Divier Togni ha portato una tigre in studio! Una tigre. Mai visto un animale così bello e così elegante. Ovvio, aveva uno sguardo che ci faceva una paura da brividi. Una forza della natura. E Giacomo ha pilotato tutto.
Poi, Giacomo è stato nostro compagno di viaggio in tante partite di Coppa dei Campioni. Lui era telecronista e anche bordocampista. Sono due lavori diversi e anche molto più complessi di quanto forse possano sembrare. Giacomo era bravissimo in entrambe le cose. Poi, avendo fatto lo sport, capiva quanto era difficile vincere quelle partite. Quindi, era uno che ci portava un punto di vista diverso, una grande tranquillità ed una grande lealtà, perché si capiva che ci teneva, non solo per noi ma per ogni squadra italiana che faceva una coppa europea. Infine, gioiva per le gare vinte con noi e soffriva per quelle perse. Il tutto senza mai essere invadente.
Quindi, Giacomo Crosa è stato nostro ‘compagno di viaggio’ durante i miei tempi con l’Olimpia. Certo, molto di più in campo europeo che in Serie A. Parlavamo di tutto, anche di salto in alto. Io sono contrario allo stile Fosbury, per me più ginnastica artistica che atletica leggera. Sono tifoso dello stile ‘ventrale’ usato da Giacomo. Logico, lui era d’accordo ma era generoso nel riconoscere la bravura di quelli che usavano e che usano il ‘flop’. Vedo Giacomo ogni tanto e lo provoco sempre: “Crosa! Sei quasi bravo come….” Poi, menziono un telecronista, conduttore o bordo-campista. L’Aquila, come lo chiamavano, volava!