Franco Grigoletti, Classe 1934, ci ha lasciato nel 2011. Ha lasciato anche un grande vuoto fra lettori, editori, collaboratori, addetti e tifosi. È stato, per anni, capo della redazione sportiva de ‘il Giorno’. Dirlo così è poco, come dire “Pablo Casals suonava il Cello”. Con ‘il Giorno’ è stato come un grande allenatore. Cioè, sapeva assemblare una grande squadra: Giulio Signori (grande opinionista); Giorgio Reineri (genio dell’atletica leggera); Mario Fossati (maestro del ciclismo); Paolo Ziliani (voce umoristica a 360°); per non parlare di quelli che ha lanciato nel suo campo, quello del basket: Claudio Pea, Werther Pedrazzi e Daniele Dallera (oggi capo redattore sport a ‘il Corriere della Sera’).
Poi, come ogni grande allenatore, sapeva scoprire i talenti giovani e dargli fiducia: Massimo Gramellini (mandato a Wimbledon a 21 anni!); Cristiano Gatti; Michele Fusco. Poi, sapeva fare ‘mercato’. Cioè, strappare un talento dall’altra squadra, tipo Franco Rossi, geniale uomo mercato. Era anche molto creativo con le pagine sportive. Per lo storico e rivoluzionario inserto del lunedì aveva al suo fianco il Professore Crucillà e un amico tipografo, Matteo, che sistemava corpi e caratteri dei titoli. Aveva anche chi faceva i titoli, un ruolo importantissimo. In tutto ciò, come dice Daniele Dallera, “Grigo era un grande pivot capace di fare assist meravigliosi. Un fuoriclasse del giornalismo”.
L’ho detto altre volte: leggere Franco Grigoletti era come sentirlo parlare. Tu, lettore, non leggevi le sue parole scritte; sentivi le sue parole dette a voce. Forse sembra niente. Invece, è tutto. Ci sono giornalisti (radiocronisti, telecronisti, attori, politici) che vorrebbero fare altrettanto, ma che non sono in grado di farlo. È un talento, un dono. Da qui nasceva ‘la Scuola de il Giorno”. Quelli che sono cresciuti sotto la sua guida hanno preso questo stile ’scorrevole’. Poi, grande tifoso del basket! Con questo, il nostro sport aveva grandi spazi su ‘il Giorno’. Una pagina intera, tabellini compresi. E c’era un inviato de il Giorno ad ogni partita di coppa europea, anche all’estero!
Poi, opinionista esigente! Più di una volta ho preso una sua ‘lezione’. Ma era anche un grandissimo sportivo. Quando la mia Virtus doveva giocare a Varese per il titolo, Franco ha scritto, più o meno, “La Virtus può solo vincere se Morse capita nella peggiore partita della carriera e se crolla il tetto del palazzo a Masnago”. Infatti, Morse ha fatto solo 11 punti, minimo storico. È pure caduto anche un pezzo dal tetto del palazzo. Grigo rideva più di tutti. Abbiamo festeggiato lo scudetto a Bologna con un grande pranzo. Chi è venuto? Franco Grigoletti!!! Ha fatto un’entrata degna del Papa, chiedendo scusa per il pronostico. Standing ovation.
Come detto, il grande ‘Grigo’ non è più con noi. Ma è sempre ricordato dai suoi lettori, dai suoi pupilli, dai suoi collaboratori. Lui era il giornalismo e il giornalista insieme. Come quel raro campione che diventa anche un super allenatore, ci sapeva fare dentro il campo e fuori dal campo.