Reduce dalla brillante prestazione sul campo di Treviso, Simone Zanotti racconta la sua rinascita personale dopo la prova opaca contro Varese e spiega la ricetta della ripresa della squadra.
Intervistato da Elisabetta Ferri per Il Resto del Carlino/Pesaro, un estratto delle sue dichiarazioni.
Cos’è successo in questa settimana a Simone Zanotti, apparso trasformato sul parquet del Palaverde? “Mi sono ripromesso che non volevo più vivere una serata del genere, volevo reagire. Nonostante fossi felice per la vittoria con Varese, ero incavolato nero con me stesso perché non mi era riuscito niente. Nella settimana che ci ha portato alla trasferta di Treviso, perciò, ho allenato soprattutto la mente ad essere pronta”.
Non solo Zanotti sembra un altro, ma l’intera squadra sta vivendo una metamorfosi fantastica. Nessun segreto, ha detto il coach, solo la consapevolezza di cosa serve per competere.
Che cosa, dunque? “La difesa. Era mancava nelle prime partite, soprattutto la costanza di un atteggiamento difensivo che ti dà fiducia anche quando non riesci a segnare. E’ da lì che nasce tutto perché, anche se non fai canestro, torni in difesa convinto che non subirai, quindi torni ad attaccare senza l’ansia di sbagliare. La difesa dà ritmo anche all’attacco perché dopo una stoppata tutti si galvanizzano e dopo un recuperato si vola in contropiede”.
Si può dire che la Vuelle ha trovato un suo equilibrio? “E’ ancora presto per dirlo, bisogna vivere questa fase positiva, soprattutto a livello mentale, senza voli pindarici, mantenendo i piedi per terra”