Intervistato da Luca Chiabotti per La Repubblica Milano, Davide Alviti si racconta e descrive il suo impatto con la realtà dell’Ax Armani Exchange Olimpia Milano.
Un estratto delle sue dichiarazioni.
“Credo che chi arriva in questa società abbia già dimostrato quello che può fare, ma qui entra in gioco la forza mentale. Penso che in un anno così importante per me, l’aspetto tecnico incida meno rispetto alla capacità di adattarsi e crescere in un clima di estrema competizione interna, benevola ma sempre presente in un roster formato da così tanti giocatori di altissimo livello, e senza la possibilità di
sbagliare. A Milano non giochi 30′ e non ti viene concessa la possibilità di fare un tot di errori prima di interpretare al meglio la partita: in questa squadra devi performare sbagliando il meno possibile e facendo le due, tre cose che sai fare bene davvero bene. La pressione è notevole però ho scelto Milano perché mi sentivo maturo per fare questo salto, sapendo che avrei dovuto affrontare delle difficoltà mai superate prima. Ma mi sono sempre posto degli obbiettivi più alti rispetto a quelli che avevo raggiunto”.
“Sento che sono migliorato rispetto a quando sono arrivato a Milano. Lo provo sulla mia pelle ogni giorno e dai feedback che ricevo da chi, in società, mi tiene al corrente dello stato di avanzamento dei lavori. Far parte di un gruppo di giocatori così forti è entusiasmante, ma anche diffìcile. Nella mia vita ho sempre cercato di prendere qualcosa da tutti, in campo e fuori”.
Davide, finora, è stato utilizzato solo in campionato: “Mi sono reso conto del livello altissimo a cui si gioca in Europa, ci devo ancora arrivare. Devo concentrarmi sulle cose concrete che mi accadono alzando sempre l’asticella come ho sempre fatto e sempre farò”