Intervistato da Luca Chiabotti per La Repubblica Milano, coach Ettore Messina racconta le emozioni per il successo della sua nona Coppa Italia. Molto significativo, inoltre, il passaggio dove ribadisce la necessità di una razionalizzazione dei calendari, attraverso la riduzione del numero delle squadre e delle partite.
Un estratto dell’intervista.
Cosa rappresenta vincere ancora per il numero uno dell’Armani? “Ha un significato enorme, sono molto contento. Colleghi molto bravi non sono riusciti a giocare una finale in tutta la carriera. Io, grazie alle squadre che ho allenato, ho avuto la possibilità di vincerne molte e, col tempo che passa, ognuna potrebbe essere l’ultima e acquisisce ancora più importanza. Per chi ha grandi obbiettivi, perdere la Coppa riempie la testa di dubbi. Vincere dà alla squadra fiducia e la serenità per provare ad elevare ulteriormente la qualità del gioco”.
Primo successo, 15 febbraio 1990: Coppa Italia contro Roma. Cosa ritrova oggi in lei di quel Messina? “Il piacere di andare in palestra. La parte più bella del mio lavoro è preparare un allenamento, correggere, arrabbiarsi, cambiare, stare coi giocatori, curare un particolare tecnico”.
Dopo tanti trionfi, non riesce ancora a prenderla con filosofia… Non è logorante? “Non puoi mollare, neppure un pochino, se no devi smettere del tutto. Io alleno come ho sempre allenato e me la prendo come ai tempi dei cadetti alla Virtus”.
Come va la strana coppia con Gianmarco Pozzecco? Sinceramente, bene, gli devo energia, idee, la capacità di contribuire in maniera decisiva a creare un clima positivo all’interno della squadra. Il mediatore di tutto questo è Mario Fioretti: il fatto che hanno trovato una bellissima coesione aiuta me e tutta la squadra”.
Messina consigliere federale molto ascoltato dal presidente Petrucci, Christos Stavropoulos ministro degli esteri e propugnatore del prossimo cambio epocale in Eurolega. Qual è la strategia dell’Olimpia? “Quella che sta prendendo forma in Europa: la Lega greca ha appena votato la riduzione delle squadre. Leggo con preoccupazione e inquietudine le dichiarazioni sul possibile aumento dei club in Serie A o di blocco delle retrocessioni. È grave perché non si sta capendo il problema. L’unico modo per razionalizzare i calendari passa solo, ed esclusivamente, dalla riduzione del numero di partite e delle società di vertice perché le risorse sono quelle che sono e occorre trovare lo spazio nei calendari per tutti, Eurolega, leghe, nazionali. Finché ognuno vuole aumentare le partite della sua manifestazione scimmiottiamo Putin e Biden senza concludere nulla”.