Intervistato da Alessandro Gallo per Il Resto del Carlino Bo, Riccardo Moraschini ha parlato della sua storia. Un racconto nel quale ha ripercorso le tappe della vicenda, cominciata il 6 ottobre con il controllo antidoping.
Un estratto dell’intervista.
Riccardo, proviamo a ricostruire la vicenda. “Il 6 ottobre controllo, come ne ho fatti tanti in carriera. Ero reduce da uno a sorpresa, ai Giochi di Tokyo. Sono molto tranquillo, perché non ho mai assunto sostanze vietate”.
Poi? “Sono così sereno che quando arrivano l’esito, il 20 ottobre, lo giro al medico dell’Olimpia. E lui mi dice che sono stato trovato positivo”.
A quel punto? “Adesso mi sto rendendo conto di perdere un anno. Un po’ di ansia e di agitazione ci sono, perché so di non aver commesso reati”.
Positivo in che modo? “Per contaminazione. Venendo a contatto con una persona che ha usato uno spray cicatrizzante, sono risultato positivo al clostebol”.
E lei cosa fa? “Mi ritrovo in un mondo che non conosco. Le procedure, le norme burocratiche da seguire. Non me n’ero mai preoccupato prima perché il doping non ha mai fatto parte della mia vita”.
E quindi? “Mi scontro con la burocrazia. Vorrei che la mia vicenda potesse servire per il futuro. La Procura e il Tribunale antidoping svolgono le loro funzioni. Ma ogni vicenda ha risvolti diversi. Come la mia”.
La squalifica resta. “Già, fino al 20 ottobre. Se ho capito bene ci sarà la possibilità di fare richiesta e cominciare ad allenarsi con la squadra dal 20 agosto. Ma prima del 20 ottobre non potrò disputare incontri ufficiali”.
Il rapporto con l’Olimpia? “Buono”.
Come si sente, ora? “Non voglio fare la vittima, Ma è una situazione brutta con un danno economico enorme. E’ come se fosse crollato il mondo. Però…”.
Però? “Non voglio piangermi addosso. Perderò un anno in modo assurdo, un’ingiustizia”.
Non teme, una volta rientrato, che il suo nome possa essere ricollegato al doping? “No. La squalifica resta, ma ho ricevuto tanti attestati di stima e fiducia. Persone che sanno come sono fatto. Che non posso aver assunto sostanze dopanti”.
La Nazionale? “Mi hanno chiamato il presidente Petrucci e il ct Sacchetti, facendomi sentire il loro affetto”.
Al suo rientro. “Lo farò a testa alta. Sono un ragazzo pulito”.