Intervistato da Luca Muleo per il Corriere dello Sport Stadio, Alessandro Pajola racconta i rapporti e le gerarchie all’interno della Segafredo dopo l’arrivo di Hackett e Shengelia.
Un estratto dell’intervista.
Quando è tornato ha trovato facce nuove, e che facce. Cosa significa aver aggiunto anche Hackett e Shengelia? “Gente di tale esperienza, impossibile non trovarsi bene con loro. Si sono già inseriti nel modo più naturale. Quando sei in un gruppo molto numeroso e di gente di alto livello, ciò che conta di più è essere brave persone, loro lo sono. Entrati in punta di piedi ma con il loro grande bagaglio”.
Con tanti campioni bisogna rinunciare a qualcosa e metterlo al servizio della squadra, a che punto siete? “E’ un processo non semplice che richiede sacrificio, disponibilità e tempo. Bisogna abituarsi alle gerarchie, al proprio ruolo, e non siamo mai stati fortunati. Anche ora che sono arrivati i due innesti abbiamo perso Belinelli, si è fermato Teodosic. Ci meritiamo prima possibile di testarci al completo e speriamo di trovare presto la chimica definitiva. La tocchiamo ma non la conquistiamo”.
Si fa in tempo a trovarla per vincere? “Si, quando hai campioni così è molto più facile. L’esperienza può aiutare e Daniel e Toko ne hanno portata tanta”.
Mannion invece soffre ancora, perché? “Ha passato un periodo che non augurerei a nessuno. E’ stato bravo a rimettersi in forze, io so quanto talento ha e la forza mentale con cui può aiutare la squadra”.