Per qualche settimana Marco Legovich, fresco di investitura a capoallenatore della Pallacanestro Trieste, tornerà assistent coach. Come scrive oggi Roberto Degrassi su “Il Piccolo”, “Lego” infatti è a Roseto degli Abruzzi con la Nazionale Under 20 che sta preparando gli Europei di categoria. Anche a distanza, tuttavia, continua naturalmente a costruire la sua PallTrieste della prossima stagione. Una stagione che inizierà presto visto che anticipa: «Vorrei fissare il raduno per il 10 agosto. Inizieremo prima degli altri ma avremo da lavorare». Intanto le prime mosse sono state la riconferma di Corey Davis e gli arrivi di Aj Pacher e Stefano Bossi.Aj Pacher non è stato ufficializzato ma l’ingaggio è cosa fatta. Cosa vi ha portati sulle sue tracce? “Cercavamo un’ala alta affidabile, in grado di fare tante cose. Per la prima volta in otto anni ho trovato un giocatore sul conto del quale ho raccolto solamente commenti largamente positivi. Nessuno ha detto il classico “Bravo però…”. Ha un bell’atteggiamento. Io gli parlo in inglese e lui mi risponde in…italiano”. Prenderà il posto di Grazulis. Quali sono le differenze? “Andrejs è più massiccio, Pacher ha una corporatura diversa, è un po’ più alto, ha più tiro e atletismo ed è capace di palleggiare. Volevano un elemento che un po’ come Grazulis fosse in grado anche di giocare insieme a Lever”. L’altro nuovo innesto così nuovo in realtà non è. Torna Stefano Bossi. “È stramotivato. Ha la possibilità di debuttare in serie A nella sua città, aveva dovuto rinunciare al sogno di arrivarci a causa di un infortunio e gli era rimasto quel rimpianto. Da anni accarezzava questo sogno e adesso lo può realizzare. Arriva conscio del ruolo che lo attende. Non giocherà 25 minuti a partita ma sarà il back-up di un giocatore come Davis che secondo me può tenere 30′ sul parquet. Bossi può sicuramente coprire le spalle a Corey con qualità”. Del resto, lei lo conosce benissimo avendolo allenato in queste estati dopo la conclusione dei campionati. Come del resto ha fatto con Lodo Deangeli. “Io credo molto in Lodovico. Non è pronto per essere un’ala piccola da dieci punti a partita ma non merita di venir considerato solo un mastino difensivo. Avrà spazio”. Quante tessere del mosaico Pallacanestro Trieste 2022/23 mancano? “Tre giocatori stranieri e un italiano. Dovremo essere bravi a utilizzare le nostre risorse nel modo giusto”. L’italiano sarà un innesto di peso? “Sarà un giovane”. Radiomercato ha già abbozzato qualche nome, come il centro Guariglia, destinato alla Torino di Ciani in A2. “Sto pensando a una rotazione di tre lunghi. Lever ha dimostrato di meritare la fiducia e può migliorare ancora. Pacher è un 4 che può giocare anche centro. Inoltre Deangeli può darmi un’alternativa anche come ala alta”. Insomma, adesso avanti tutta per i tre stranieri ancora mancanti. “Li cerchiamo di livello e devono incastrarsi con gli altri uomini del roster. Sappiamo che non è semplice, non abbiamo mezzi illimitati e in questa fase sono diversi gli Usa che preferiscono ascoltare le offerte da parte di chi disputa le coppe”. Il centro, immaginiamo, dovrà garantire atletismo. Ci vorrebbe un simil Mosley…” Stiamo scoutizzando alcuni lunghi, con l’apporto di Maffezzoli, considerando gli elementi disponibili per la nostra fascia. “Mancano all’appello anche due esterni.Che dovranno portare atletismo e punti”. Uno dei due dovrà avere due dimensioni. Una guardia che sappia creare occasioni dal palleggio e un esterno con il fisico per coprire anche il ruolo di ala piccola. Noi di “3” comunque ne abbiamo già due, Deangeli e Campogrande che per me è in quel ruolo che si esprime al meglio”. Abbiamo parlato di tutti. O quasi. Manca ancora un nome. Daniele Cavaliero. “Una persona con la quale mi confronto sempre e che mi ha dato tanto. E so che continuerà a darmelo, qualsiasi sia la direzione – ancora in campo o no – che deciderà di prendere”.