Simone Fontecchio si racconta a Pietro Guerrini alla vigilia della sfida con la Serbia. Di seguito un estratto delle dichiarazioni.
Già protagonista l’anno scorso nella Nazionale olimpica, ma accolto addirittura dal coro “Mvp Mvp” dal pubblico di Milano in questa prima fase.
“Mi ha fatto impressione, certo una bella sensazione, ma al di là dei cori personali, il calore con cui siamo stati accolti, con cui la squadra è stata sostenuta è stato pazzesco. Ogni volta che si entrava in campo avevamo i brividi, a me veniva la pelle d’oca. Ci hanno trasmesso un’energia straordinaria”.
Dopo la pressione di Milano, con la Serbia il vantaggio, forse l’unico, è il bagaglio leggero? A dire il vero la Serbia non ha esterni che battano l’uomo in velocità.
“Sono certo che la Serbia non la prenda sottogamba. Sarà molto difficile, però lo sappiamo e sappiamo come fare. Ma ha talento diffuso ovunque, ha Micic che può fare tutto. Non hanno problemi a creare vantaggi. Ma noi siamo pronti e compatti”.
Lei è un po’ l’anello di congiunzione tra questa Nazionale e quella del futuro già vicino, che inserirà Spagnolo, Procida, Banchero, Okeke, Bortolani, altri di generazione Z molto interessante ne nati post Duemila. Si sente pronto a guidare?
“Io la vedo diversamente. Questa è una squadra di quasi tutti trentenni o meno, più alcuni giovani.
C’è soltanto Gigi Datome come veterano, a trasmettere l’esperienza. È un bellissimo gruppo. Insomma,
la storia è appena cominciata e potremo toglierci soddisfazioni, inserendo i ragazzi citati”.
Cosa cambierà tra vittoria e sconfitta con la Serbia?
“Per noi tantissimo, vincere sarebbe una straordinaria iniezione di fiducia, confidenza. Sarebbe un passo importantissimo. E ci proveremo in ogni modo”.