Intervistato da Stefano Boldrini per Il Messaggero, una leggenda della pallacanestro italiana, l’ingegner Pier Luigi Marzorati, recordman di presenze in maglia azzurra (277), oro europeo a Nantes 1983, argento olimpico a Mosca 1980 e una vita spesa per la sua Pallacanestro Cantù, dove ha trionfato in ogni competizione , si racconta per i suoi 70 anni.
Un estratto delle sue dichiarazioni.
Come nasce il Marzorati cestista? “Ero un frequentatore di oratori. Lo sport mi piaceva: corsa campestre, calcio, pallacanestro. A 12 anni feci un provino e mi presero, a quel punto virai sul basket”.
Un’intera carriera a Cantù: perché? “Per tante ragioni: il legame profondo con il club, il ciclo di successi che ci portò a vincere tutto, il regime di vincolo che ai miei tempi dava ai club pieni poteri, ma soprattutto io a Cantù stavo benissimo. Mettere le radici mi ha aiutato nello studio”.
Ingegneria è impegnativa: come conciliò basket ad alti livelli e università? “All’epoca c’era il girone unico dodici squadre e il tempo per studiare non mancava. Al Politecnico di Milano mi ero organizzato
con un amico: quando non potevo frequentare, prendeva appunti per me. Il percorso fu regolare. Solo una volta ripetei un esame. Il professore mi disse “ha una bella media, perché rovinarla?”. Studiare comportò dei sacrifici, ma volevo porre le basi per il futuro”.
I successi nel cuore? “L’oro di Nantes e la prima Coppa dei Campioni”.
Gli allenatori? “Valerio Bianchini diede una svolta: con lui vincemmo tutto, ci portò oltre i nostri limiti. Bianchini è un uomo di grandi visioni. La finale di Coppa Campioni nel 1982 in cui superammo il Maccabi fu un capolavoro”.
Gli amici di una vita? “Recalcati. Bariviera. Meneghin. Alberto De Simone”.
Mai avuta la tentazione americana? “Non avevo il fisico per l’NBA, ma quando facemmo una tournée negli Usa, qualcosa si mosse. Mia madre mi disse “aspetta di laurearti e poi decidi”. Alla fine, è stato meglio così”.
Com’è nato l’impegno per la Liba, Legend Internationals Basketball Association? “I contatti Whatsapp durante il Covid sono stati la molla. Sono riuscito a coinvolgere anche Dan Peterson e a fargli spendere cento euro”.
La emoziona il traguardo dei 70 anni? “Non è un trofeo. Mi emoziona essere in buona salute e avere ancora la passione per le mie cose”.