E’ il giorno del rientro di Toko Shengelia, prima dell’attesissimo derby di coppa con Milano della prossima settimana. La Segafredo Bologna dopo la sbornia con il Real Madrid, cerca conferme strutturali contro i francesi dell’Asvel Villeurbanne, sotto le volte del PalaDozza.
Lundberg declina la tabella del “tre” alla palla a due, Virtus ispirata offensivamente: 8 a 5 dopo due minuti fi partita. Coach Scariolo prova subito a fare pensare gli ospiti con cambi di difesa dalla rimessa, ma c’è un’aggressività importante transalpina nell’attaccare il ferro; sorpasso con la giocata da tre punti di Obasohan. Momento di confusione su ambo i lati del campo, una questione di letture non trascendentali più che di difese arcigne; entra Shengelia dopo quasi sette minuti di primo quarto per l’entusiasmo collettivo dell’arena, con l’Asvel avanti 14-16. Entra il “virus” difensivo a disposizione di coach Scariolo, Alessandro Pajola, e c’è la conseguente reazione dei bianconeri: 22-16 con l’urlo liberatorio che accompagna il primo canestro di Shengelia. Primo quarto chiuso con la Segafredo avanti 22-18. Primo allungo per le “Vù nere” propiziato da una difesa attenta e da transizioni rapide, Shengelia sembra non portarsi dietro alcuna ruggine post infortunio, cinque punti in un amen e +11 sul tabellone. Chirurgico Teodosic fra assistenze e poesia balistica, le rotazioni bolognesi non stemperano l’ardore riversato su un’avversaria completamente nel pallone: 39-23 e time out obbligato coach Parker. Si rivede De Colo dopo incomprensibili corposi minuti di panchina, ed è proprio grazie al fuoriclasse (con la complicità di un fischio arbitrale rivedibile) che l’Asvel torna in linea di galleggiamento: 42-29. Squadre all’intervallo con la ruvida concretezza di Ojeleye ed un vantaggio che consolida l’inerzia felsinea: 50-36.
“Pick and roll” di clamorosa efficacia con Jaiteh protagonista alla ripresa delle ostilità, c’è però la sensazione che la Virtus scherzi con il fuoco; sul -10 coach Scariolo decide di ragionarci sopra. Brutto affare distrarsi in Eurolega, l’Asvel si rianima grazie alla sapiente regia di De Colo e a terminali pericolosi come Lighty, ospiti a solo 6 punti di distanza con la schiacciata di Fall. Hackett fa confusione, De Colo no, tripla del campionissimo e adesso il fiato transalpino arriva caldo sul collo dei virtussini. Botta e risposta con grandi esecutori dall’arco, la terza frazione si chiude con uno stiloso quanto deleterio Jackson-Cartwright ma con il match totalmente riaperto: 64-63. C’è anche il sorpasso transalpino ma soprattutto una consapevolezza diversa negli uomini di T.J. Parker, prova ne sia la tripla di Mathews con l’uomo addosso; Asvel avanti di 4 punti a sei minuti dal termine. Partita sul filo dell’equilibrio ma soprattutto galleggiante sulla fragilità nei possessi di ambedue le contendenti; cambi di padrona ad ogni possesso o quasi, De Colo mette il canestro del 74-77, dopo due sanguinosi liberi sbagliati di Lundberg. Mathews castiga dall’arco al suono del ventiquattresimo secondo ed è una sorta di colpo del KO; la Segafredo è costretta e subire un’ulteriore lezione in salsa europea, quella del mancato cinismo sinonimo di rianimazione avversaria. Finisce 79-84 nonostante la preghiera realizzata da Teodosic e, visti i primi venti minuti, è una clamorosa vittoria Asvel.
Raffaele Baldini