Dopo l’esonero di coach Buscaglia, arrivato dopo il -35 contro Scafati, a prendere il comando della GeVi Napoli è Cesare Pancotto. Di seguito l’estratto di un’intervista di Fabrizio Fabbri del Corriere dello Sport Stadio.
Pancotto sono vere le voci su un iniziale diniego alla proposta di subentrare a Buscaglia diventato in seguito un sì?
“Credo di aver sempre fornito risposte chiare di lealtà, di stima e di massima correttezza a livello umano. Ma c’è anche, da parte mia, il dovere verso il club di aiutare ad uscire dalla difficile situazione in cui siamo. Eccomi allora qui, pronto a dare, come sempre ho fatto, il massimo”.
La sua scelta non è stata, come spesso capita, una soluzione esterna. Come vive questa realtà?
“Non porto il vento di cambiamento, misto ad entusiasmo, che si respira quando il nuovo coach arriva da fuori. Ho però il vantaggio di conoscere molto bene i meccanismi di questa stagione complicata”.
Napoli è in piena zona retrocessione: la sua è una specie di missione impossibile oppure vede degli spiragli?
“Ho una grande motivazione ed altrettanta volontà di portare la Gevi fuori dalle sabbie mobili. C’è la consapevolezza di partire da una buona base di lavoro fatto e di avere alle spalle un club strutturato e pronto ad ogni evenienza”.
Cosa serve per invertire la tendenza?
“La soluzione a questa brutta situazione dobbiamo essere noi stessi. La fortuna la costruiamo noi. Gli alibi non sono utili a nessuno”.
Cosa deve fare Napoli per diventare “pancottiana”?
“Ho detto ai miei giocatori che il basket è e sarà loro. Io, nella mia carriera, ho sempre cercato di fare bene il sarto e cucire un vestito addosso alla squadra. Napoli pancottiana? Serve tempo”.
La salvezza è l’obiettivo stagionale?
“Questa nuova realtà societaria è alla seconda stagione di A. Quindi il traguardo da raggiungere dovrà essere il consolidamento che non può che passare dalla salvezza. Napoli è amore, è storia, è passione. Noi dobbiamo moltiplicare le forze per fare in modo che si costruisca un futuro solido passando per un nuovo presente. Siamo chiamati a ribaltare la situazione in cui ci siamo cacciati”.