In questi giorni si è parlato tanto dei possibili malumori in casa Virtus Bologna tra Marco Belinelli e coach Scariolo, a causa del poco impiego del capitano delle Vu Nere. Noi lasciamo un attimo da parte la vicenda mediatica di cui si è abbondantemente parlato e andiamo a vedere come sono cambiati col tempo l’utilizzo in campo e le prestazioni a livello statistico del giocatore classe ’86. Va prima ricordato che Belinelli è il giocatore italiano più pagato in Serie A dopo Melli, con un contratto che scade a giugno [ndr: l’accordo firmato a fine novembre 2020 valeva circa 5.000.000 netti per un periodo poco superiore alle due stagioni e mezza]. Vediamo allora alcuni suoi dati, senza trattare l’aspetto difensivo in cui comunque il giocatore di San Giovanni in Persiceto da sempre non eccelle. Analizziamo tutto di seguito grazie al servizio offerto da FullField.
Partiamo con il campionato di Serie A, in cui il minutaggio del Beli non è cambiato molto dal suo arrivo a Bologna: nella regular season 2020-21 ha giocato mediamente 22,9 minuti a gara, in quella scorsa 21,6 minuti e attualmente 21,1. La diminuzione quindi è minima, a cambiare in modo più netto sono però i punti a partita: erano 15,1 nella prima stagione, poi 13,7 nella scorsa e 10,7 in questa, con una riduzione quindi del 30% dalla prima stagione a quella attuale. Non si tratta comunque di un calo di rendimento a tiro, infatti le percentuali si sono solo leggermente abbassate, a parte quella ai liberi che al contrario è migliorata. Semplicemente sono invece diminuiti i tiri presi dall’ex San Antonio Spurs, questo perché al suo arrivo era sicuramente tra gli artefici principali del gioco della Segafredo, poi col tempo la squadra si è allargata e migliorata, aggiungendo nuove pedine altrettanto importanti nello scacchiere degli emiliani. Ciò ha fatto sì che le responsabilità si siano distribuite in modo diverso tra i giocatori, e questo spiega le differenze di numeri lungo questo arco temporale. Certo, alcuni fattori sono forse meno legati a questo discorso come i rimbalzi, che hanno avuto una progressiva diminuzione negli anni (3,1 a partita nel primo anno, 2,2 nel secondo e 1,3 in questo), anche come percentuale di quelli presi tra i disponibili quando lui è in campo (in questa stagione il 4,9%). Sotto altri punti di vista però i numeri sono migliorati, infatti le palle perse sono diminuite da 1,2 ad allacciata di scarpe nella stagione 2020-21 alle 0,7 attuali, e contemporaneamente i recuperi sono aumentati da 0,3 agli attuali 0,9. Probabilmente ciò è spiegato dal minor numero di palloni gestiti, che in situazioni complicate possono essere persi. Questo dato gli consente anche di essere nella top 30 del campionato per rapporto assist/palle perse, pari a 2,4.
Passando all’Eurolega, le statistiche mostrano le difficoltà del capitano virtussino rispetto al campionato italiano e alle scorse stagioni di Eurocup. Queste ultime sono infatti competizioni dal livello dei giocatori molto diverso rispetto alla prima, nella quale militano i migliori cestisti in circolazione in Europa. Notiamo per prima cosa che il 60% del minutaggio del Beli in questo campionato viene impiegato nel primo tempo, pur avendo dimostrato di saper giocare eccome nell’ultimo quarto nella vittoria sul Fenerbahce, in cui ha disputato tutto l’ultimo periodo in campo segnando 14 punti, nella sua ultima gara giocata in Eurolega. In Legabasket invece il capitano sta in campo più nel secondo tempo che nel primo, con una distribuzione quindi diversa dalla massima competizione continentale.
Guardiamo poi di seguito due cartine di tiro a confronto, la prima riguardante la Serie A e la seconda l’Eurolega.
Si nota che in entrambe, come prevedibile, ci sono maggiormente tiri da 3, che infatti rappresentano il 59,2% dei tiri dal campo presi nel campionato italiano, e il 55,6% in Eurolega. È netto anche il distacco del numero di tiri tra le due competizioni, ed è infine interessante notare nella cartina della Serie A la differenza nei tiri dalla posizione di guardia da destra e da sinistra, con quella di destra che risulta avere percentuali migliori e con più tiri presi (guardando dunque in basso a destra nell’immagine).
Diamo uno sguardo infine alle sue statistiche avanzate, confrontandole tra LBA (dove sono quasi tutte migliori) ed Eurolega. Nella prima spicca in particolare il dato della “usage percentage”, che stima la percentuale di possessi che vengono finalizzati da un giocatore sui totali della squadra. Per il numero 3 dei bianconeri questa statistica è pari al 24,2% in Serie A, e ciò significa che quando è in campo quasi un possesso su 4 è finalizzato da lui, che sia con un tiro dal campo, due liberi a seguito di un fallo subito o una palla persa. In campionato è il giocatore della Virtus con usage maggiore, quindi quello che finalizza più possessi rispetto a quelli di squadra. A dimostrazione che in Eurolega le gerarchie son diverse non è anche qui in prima posizione all’interno della squadra, ma va segnalato che ha comunque uno usage di 22,4 ed è il 4° all’interno del team a finalizzare più possessi su quelli totali. Questo implica che comunque, in entrambe le competizioni, quando viene utilizzato la sua presenza si fa sentire,venendo impiegato per far emergere le sue qualità per il bene della squadra. Non sempre ciò riesce comunque, infatti nonostante le sue indubbie qualità a tiro risulta per alcune statistiche avanzate il peggior tiratore di Bologna in Eurolega! Infatti Marco ha la “true shooting percentage” e la “effective field goal percentage” più basse della squadra, le quali misurano con formule diverse l’efficienza a tiro di un giocatore.
Viste tutte queste statistiche più o meno note, vedremo l’evolversi della situazione in casa Virtus, ma ci sono altri dati di fatto fuori discussione: Belinelli il 25 marzo spegnerà le sue 37 candeline e la Virtus di oggi non è più quella di fine 2020: l’attuale roster a disposizione del coach Scariolo è da Eurolega con tanti giocatori italiani e stranieri di indiscusso valore.