Intervistato da Luca Chiabotti per La Repubblica Milano, Stefano Tonut racconta la sua esperienza all’Olimpia Milano, dove è approdato in estate alla ricerca di un ulteriore step di crescita per la sua carriera dopo gli anni vincenti alla Reyer Venezia.
Un estratto delle sue parole.
“Mi trovo molto bene all’Olimpia, era quello che cercavo per crescere ancora: una organizzazione pazzesca, uno staff super, dei compagni dai quali ho molto da imparare che cercano di aiutarmi ogni giorno. Lasciare Venezia, una squadra, una città, dei tifosi che conoscevo bene, è stato un bel passo, che però ritenevo necessario per salire di livello e avere nuovi stimoli”.
“Mi è dispiaciuto che gli impegni della Nazionale mi abbiano fatto perdere il primo mese di lavoro all’Olimpia che per un giocatore nuovo, in un ambiente come Milano e con un allenatore come Messina, è molto importante. E, ovviamente, mi è dispiaciuto perderne un altro per infortunio: due mesi fuori su quattro hanno fatto un po’ la differenza. Ora sto bene, sono contento di come ho lavorato e sono riuscito a spingere sempre di più in allenamento, ma la partita e i risultati sono una cosa differente. Non nego che certe cose facciano, tra virgolette, male; è come se fossi tornato indietro nel tempo. Non è stato facile adattarmi a un ruolo completamente diverso da quello di Venezia. Ma l’ho voluto io e l’ho messo in preventivo”.
“Sono contento della mia scelta, è un processo che richiede del tempo in uno sport, come il nostro, dove il tempo non c’è, ma sono convinto che tutto questo pagherà. Lavoro con compagni che, già in Nazionale, ho sempre considerato un punto di riferimento professionale e umano. E con miti come Kyle Hines, un tipo silente che ti fa capire con poche parole tante cose. Nel mio ruolo ho davanti giocatori dai quali imparare ogni giorno e non vedo l’ora di poter giocare finalmente al fianco di Shavon Shields”.