Giordano Bortolani, seppur di giovane età, ha già accumulato esperienze importanti. E quest’anno a Verona sembra essere sbocciato definitivamente, inserendosi in maniera stabile nelle rotazioni e contribuendo a suon di triple ai successi della Scaligera. Di seguito un estratto dell’intervista di Matteo Sorio per Il Corriere del Veneto TV.
Bortolani, anche il suo primo canestro in Serie A fu da fuori, giusto?
“Sì, con Milano a Capo d’Orlando, contro la squadra dove giocava mio papà Lorenzo all’epoca in cui conobbe mia madre. Lui è del ’71, alto come me ma tre volte più grosso. Giocava da lungo e non tirava da tre”.
Niente ha cambiato il gioco come il tiro da tre?
“Penso al nostro Holman. È alto quasi 2,10 m e tira da fuori. Magari 15 anni fa giocatori così non ne trovavi”
Il tecnico virtussino Sergio Scariolo, l’ha definita “tiratore di livello superiore”. Al netto del ko, per lei la partita con la V quanto vale?
“È la prima volta a Verona che contribuisco con oltre 20 punti e sono contento, perché non era un periodo facile. Non avevo mai fatto un cambio a metà stagione. Sono arrivato a novembre dalla Spagna: un altro Paese e un altro campionato”.
Sabato il derby delle penultime, lei è un ex Tvb: l’ultima in casa di Verona con Treviso in A risale al 2002, Bortolani aveva due anni…
“Sarà bello viverlo. Quella a Treviso la scorsa stagione è stata la mia annata più significativa. Verona è un’altra piazza storica che merita la A”.
Con la Nutribullet c’è un trevigiano doc, Leonardo Faggian, l’unico 2004 italiano con spazio in Serie A, oltre 7′ di media…
“Sì, lo conosco bene: è un bravissimo ragazzo, ha fisico e ci crede”.
Un nome importante per il suo percorso?
“Nando Gentile, da responsabile del vivaio di Milano. Quando uno così ti dà fiducia vuole dire molto. Ricordo anche quante “cazziate” e le giornate di fine stagione in cui mi invitava a lavorare sui fondamentali con suo figlio
Alessandro”.