Il centro statunitense Julian Gamble, che ha mantenuto un rapporto speciale con la Virtus e la città di Bologna, ha espresso qualche parola di incoraggiamento nei confronti della sua ex squadra che domani affronterà l’Olimpia Milano. Di seguito l’estratto di un’intervista di Massimo Selleri de Il Resto del Carlino BO.
“Seguo ancora con grande attenzione la Segafredo e tiferò sempre per lei e i ricordi che ho della mia esperienza, dentro e fuori dal campo, avranno sempre un posto speciale non solo nel mio cuore, ma anche in quello di tutta la mia famiglia. Anche se è trascorso un po’ di tempo ci sono stati tanti momenti belli che non posso dimenticare, compresa la vittoria dello scudetto proprio contro Milano”.
Sta vivendo in modo particolare la vigilia di questa gara?
“Credo che tutta la pallacanestro italiana veda questa partita come un qualcosa di diverso rispetto a tutte le altre, perché questo è stato spesso un incontro ricco di significati per entrambi i club. Ci sono state molte battaglie sul campo e la competizione ultimamente è sempre stata di alto livello con il risultato finale che a volte ha premiato la Virtus e altre volte Milano. Il fatto che entrambi i club stiano anche disputando l’Eurolega non fa altro che aumentare l’intensità di questa rivalità”.
Cosa deve fare domani la V nera per vincere?
“Intanto essere consapevole che affronta una squadra molto forte e che in questi casi bisogna scendere in campo con la forza mentale di chi non vuole regalare nulla all’avversario e semmai deve essere lui a conquistarsi tutto quello che riuscirà a fare. Di fronte ci saranno due formazioni molto esperte con giocatori e allenatori di altissimo livello. E’ importante essere pronti alla lotta fin dall’inizio ed eseguire i dettagli alla perfezione. Questo penso sia l’unica strada per tornare a casa con una vittoria”.
Perché Bologna le è rimasta nel cuore?
“E’ una città speciale dove giocare a pallacanestro perché una delle prime preoccupazioni delle persone che ci abitano è quella di accoglierti. Questo non riguarda solo i tifosi, che sono comunque fantastici, ma anche chi non ha nessun interesse per la pallacanestro si dimostra sempre molto disponibile e paziente. Ho trascorso due anni indimenticabili, durante i quali la mia famiglia è anche cresciuta di numero. Il mio figlio più piccolo è nato lì, quindi, sarà sempre un’altra casa per noi”.